Un grande e attesissimo traguardo per il progetto Relife è stato finalmente raggiunto: ottenute le prime post-larve di Patella ferruginea!!
Nelle scorse settimane i ricercatori del DiSTAV dell’Università di Genova, insieme al collega ed esperto Dott. Javier Guallart, sono riusciti ad ottenere per la prima volta la riproduzione in condizioni controllate e attraverso metodi non invasivi di Patella ferruginea.
Si tratta di una delle più grandi patelle esistenti, endemica del Mediterraneo, un tempo molto diffusa, tanto da essere considerata l’invertebrato marino più minacciato di estinzione in tutto il bacino nonchè specie protetta da convenzioni internazionali.
Il grande successo di quest’anno sta nell’essere riusciti a indurre, in modo naturale, l’emissione dei gameti da esemplari maschili e femminili di questa specie. I gameti in natura sono rilasciati direttamente nell’acqua, come accade per la maggior parte degli invertebrati marini, dove avviene la fecondazione, che porta alla formazione di una larva. Questa passa attraverso differenti stadi fino a raggiungere la condizione in cui si posa sul substrato e “si trasforma”, o meglio metamorfosa, in quella che è la forma detta di giovanile, un minuscolo individuo con le fattezze dell’adulto.
Un pò di numeri.
L’emissione è avvenuta da 6 esemplari, due maschi e quattro femmine, in tre differenti occasioni. La prima fecondazione ha portato a 780.000 uova fecondate (da una femmina), la seconda a 250.000 uova da un’altra femmina, la terza a 850.000 uova da due femmine. Per un totale di 1.880.000 uova.
Il tasso di fecondazione (ovvero il tasso di uova fecondate che poi si trasformano in embrione) in tutte e tre le fecondazioni è risultato intorno al 97%.
15 ore dopo l’avvenuta fecondazione si osservano le larve per valutare quali siano normali e quali anomale.
Nella prima e seconda fecondazione il tasso di larve buone è risultato vicino al 60-70%, nella terza, nonostante il tasso di fertilizzazione molto alto, rispetto alle altre due si sono avute più larve anomale. Il tasso di larve normali è risultato quindi pari al 33% probabilmente a causa della qualità dello sperma disponibile.
Cosa accade dopo i primi giorni.
Nella fase successiva, aumentando il rischio di mortalità, non si eseguono più conteggi. Si osserva lo stadio larvale prendendo un campione di larve natanti o, successivamente, osservando i substrati dove si sono attaccate.
Il grande traguardo raggiunto non riguarda solo l’emissione dei gameti ma l’avere anche seguito (e documentato) le varie fasi larvali (alcune centinaia di migliaia di piccole larve) fino al momento dell’insediamento.
Si attenderanno alcuni mesi nella speranza che le larve sopravvivano alle prime più delicate settimane di vita.
I diversi stadi larvali:
Fotografie: Javier Guallart